┼ Missa Est ┼
19.2.05
Compagni Soldati Morti
Compagni Soldati Morti
Non è molto che ti adagi sul fieno
e l'escoriazione come un racconto
Blu della purezza sullo stoppino
rimanendoci a guardare l'eclisse
Fame da notte il dolore di topo
dentro la laringe aggravidata
il mare ha smesso di grattare sull'alba di fango
e si allontana a ritroso nello specchio regolato
come una persona ottusa dall'affetto organismico
Rimane solo da urlare !che pura è questa poesia.
Ma nei fili più fondi la parte ovvia è un sillabario
sempre più rigonfio a causa di quando e quanto vive
.tu drammi la mano che fa da ponteggio all'inguine
e per dirlo meglio mi aiuterò nel tuo bagno disossato
Se la poesia risorgesse avrémo tutti ragione
come quando finse di restare a benedirci
e, capitosi solo, il gemello padre
oppure marito, figlio e spirito insano
sempre fedele e senza nemmeno poter lacrimare
-Rima se non Croce fissa.-
Rimase non crocefisso come tutte le sere del 2005
di Giovanni Paolo C., ridotto ad ammentire circostanze
di possibilità come vittoria - comunque un'eutanasia di trionfo.
E non cambiare canale quando si nomina Dio:
Dio Diversamente Abile
Che Sei nei Cieli
Abbi pietà se rientra
nelle _Tue Capacità;
1. Si vive nel composto umido
2. E ci si sente tutti Non Riciclabili
3. Tutto Torna Terribilmente
Mmmmm,
Non è molto che ti adagi nella tela sporca,
il tetto è basso come una cappa che rende gobbi
candide labbra violentemente baciate dalla cera fusa
volando colombe bio-esperimento nell'intonaco spaccato
Tentavamo nella notte a dire che
1. Nessuna nazione è stata abbastanza grande
2. Da costruirmi un dio altrettanto adeguato
3. Procedendo a tentoni;
Mmmmm,
Non è molto che le candide labbra
lasciando fuggire in soffi conversi
la calce viva tutt'uno alla necrosi
svanendo
che il tempo come un fiore di vermi
...?
oh: è.
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