┼ Missa Est ┼
24.6.06

 
Tampax
Crolla, Crolla, Vengo








Il diabete di questi giorni orrendi
Il tempo scalzo e noi quintali di polvere

Passeggia su noi

Incinto il vento è volato via come se i soli
Fiacchi esausti a stereotipo moti fossero
E nemmeno pietoso- usati e poi lasciati lì accesi
Televendite nel russare fuso

H, quanto odio possa ciò generare contiamo
Esaltante analisi di seduzione amorale-
-devi sapere gli estremi si scopano
E si lascia il quotidiano ricino e segatura
Alle quattro cavalcature del vuoto

Catalessi
Si eccita
Lebbra al cazzo

Non si tratta di sperare o lavarsene i guanti
Perché grandi cose farà di niente il signore
Il gretto inumidisce e si scopre arma già profonda
Giù nel ventre ornato dell'aspide originaria

Tampax

//*sesso sulla spiaggia quattro chiacchiere col vuoto
//*un tanto di noi visione si lascia andare
//*sigla ossesso di arti femmina corallo
//*sei tu che amo volevo anche dirlo
//*se crolla il mondo ti capisco


bxz bzzz


Ingoierò il tuo flemma con tremenda passione.


Comments:
rimane sempre un piacere di quelli grandi, leggerti

sarebbe bello farlo su carta, con tanto di dite, dedicandoci tempo e silenzio e l'adatta location, alle tue parole

che sono curve, tornanti
 
donde assei finito, hombre? ti invio un'invocazione speciale, misterica:

La forza che attraverso la verde miccia sospinge il fiore
Sospinge anche la mia verde età; quella che le radici degli alberi dissecca
E' la mia distruttrice.
Ed io son muto per raccontare alla rosa inclinata
Che la mia giovinezza è piegata da uguale febbre invernale.

La forza che l'acqua sospinge attraverso le rocce
Conduce il rosso mio sangue; quella che le correnti dissecca rivolte alla foce
Le mie trasforma in cera.
Ed io son muto per dire alle mie vene
Come alla fonte montana la stessa bocca sugga.

La mano che l'acqua dentro lo stagno sommuove
Le sabbie mobili agita; quella che allaccia i soffi del vento
Ritira del mio sudario la vela.
Ed io son muto per dire all'impiccato
Come della mia creta sia fatta la calce del carnefice.
Dal capo della fonte le labbra del tempo come le sanguisughe succhiano;

Amore stilla a gocce e si raccoglie, ma il versato sangue
Le piaghe del mio amore lenirà.
Ed io son muto per dire al vento della stagione
Come attorno alle stelle, ticchettando, il tempo abbia formato un cielo.
Ed io son muto per raccontare alla tomba dell'amante
Come lo stesso verme contorto al mio sudario vada.

Dylan Thomas
 
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