┼ Missa Est ┼
18.9.05

 
Bonustrack Postmortem
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primule piume primavera

pocopiù che abrasione sulla federa se mi discerni ancora
sottili compianti disinfettati le cui unghie impronunciabili
mani lunghe sottili le mani tue che non piangerò ripetendole
come non fa settembre, steso di fretta a nobis contemperatura
come quasi a rinvenirsi anch'egli liquefatto nelle orine

amore mio, mio amore: non è stato mai così imbarazzante
lasciarti a spegnere senza che come una candela ti soffiassi,
evirata del mio preziosissimo e innumerevole sentimento
che genuflesso all'avanguardia di tutti i sentimenti
per un attimo di chiarezza in pura organica sofferenza

lascialo dire, o che lo dica -
bieca infame modalità che sia lontanamente
soavità o perlopiù legalità morale a dirlo

che ti approccio e ricordo pisciata addosso e goduta nel diaframma
lì lacerato da troppe sacre geometrie interpolate alla cicatrice
tenue, amaro o sfacciato o, O. come ora dipendenza da eroina


7/4, ti tingo la mano nelle labbra, il sudore cerebrospinale
avvolgendosi di frame tattili per l'antica squisitezza
nel viale sarcolemma degli ultimi giorni è, quasi dire, romantico
e come dissi un tempo, strettamente appeso alla tua vagina
la felicità è davvero il modo peggiore di essere infelici.



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note:

per certe cose di troppo amore non ho più lo stomaco, ma per te
come grappa dai nove anni agli A.A. ti lascia l'ubriachezza facile
di averti forse mai visto sui mezzi pubblici o infinità del pensiero.
folle folle, e molto felice, questo è l'uomo felice


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