┼ Missa Est ┼
29.7.04

 
girøproae






- girøproae -


I. Adagiata sui fratelli nudi

Frangeti di chi nel senso di poi, dalle buche sul fango
ai dichiarativi ornamenti probabili del fulcro un tratto a
che lente in chiusa come ferite giunte al cuore si salutano
l'ombra vana ombra mia corona, vano nudo fissato nell'ambra

e accarezzami sparso sul granito

ma che dice il signore, oggi a noia di noi chi senza sgomento
bussa il battere, lo spallare o le carezze nel bagnato rosa
trovami il corvo trovami fra i rimasugli e sbattimi le fondamenta
finché al cielo scadano i pezzetti acidi che riaffiorano dal caffè

e odorami disteso a costellazioni fachire nella schiena

II. Se parlo non ascolto, se mi ascolto è silenzio

Ma quando l'ho deciso da fiorire ad appassirmi che sia vuoto
poi intatti offrendo i colori di ciò che serve guardare e ricevo
una poesia rotta, come l'orgasmo che m'uccide il grembo scoperto
e preparavo la fata dalle dita bianche sbucciando la lingua salata

cucinami senza fiato e sporchiamoci senz'altro che l'uniforme

Se l'ho dedicato non volendo nemmeno avere un suono da odorare
potevo davvero incendiare le braccia nel vuoto e scoprirne il sole
avvolto dal fatto di avere nome e calore, ho sognato le salamandre
nelle nuvole a farsi pioggia di un taglio nell'aria che comunque

sanza sp'eme le facce girate al volto scuro della notte

III. Sanguina di dolore astratto, come un segno della croce

Perchè tu solo il santo, tu solo l'altro, tu solo memoria vuota
o futuro, che comunque di te non si ha mai fatto a meno di mandarci
e metterne le mani e le salviette sulla fronte a riceverne un calco
se muori o godi insomma esplodi, e altro che ora non ricordo troppo

impregnato a sudare il mio sepolcro annerito

finisci di piangere quando le lacrime ne hanno ugual sapore
identico a te, a quando le passeggiate all'ombra finivano alla riva
del fiume, a non perdere il mio tempo, tuo, ossessionato dal decifrare
se sperare od amare.

ma tu risolvimi con i baci e annulla l'infinito.




(a Cristina)









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16.7.04

 
s u o n o g r e c o
Ma ci si può innamorare dentro a un sogno
che è sempre bianco&nero e a cui la pelle
mente sempre il suo profumo di traverso
se il cielo soffia

E si accalora nella sabbia senza voce
maglia spoglia per terra e il deserto
come una scatola sepolta in eredità
alla dimenticanza

Ma è possibile guardare al vuoto
senza che si riempia almeno di sete
che lo sguardo non esista se cono
di luce vuota

Opprimiti qui con me Sole
scotta le vele senza terra
che a conoscere la costa poi
non si ha più dove andare

Opale qui con me un tè freddo
Grano di capelli se li accarezzi
Spora dell'odore scoppia e gode


Qui con me?







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3.7.04

 
Che nel buio il fiore è un fungo

~


"E nel buio l'estate è fuori,



ma, amore, arriva."


-g.



"A millimetri contati la pelle
e il libro a tenerlo aperto sulle gambe
- l'hai scritta tu la storia? -
di angoscia rossastra prolungata nel tempo breve
e resta | o che resta, ora?
Scrivimi l'appiglio cui ti aggrappi ad aspettarmi
e sui capelli veloalmiele le farfalle
- di latte o mandorlesciolte fuori il barattolo;
- di raso immobile o fasi di bianco nel vento;
- d’iridi spente o lampade accese il sogno:
Sempre e solo
Il mio amore
Che luce."


-C.olei per cui


~






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