┼ Missa Est ┼
5.6.04

 
* Accuratamente Addio *
brunendo le spalle ti bevo a noia
ed ancora, sotto al cielo di muro
dalle tue spire ennesime all’alba
sigillo, inesplodo, mi stanco

come usualmente le ombre
traboccheranno ossesse
ed un pulpito spocchioso
dell’interruttore le falcidierà
mentre berceranno ragioni frustrate
nella ruggine eterea ed abbellita

indigestioni a svegliarsi nell’arsura derivante
come conchiglie morte nella bocca appena schiusa
finché sputeremo dentifricio venato al sangue
un bolo morto di imprecazioni senza oggetto

ad addocchiarsi, poi, giunge un perpetuo dialogo
di occhi specchiati, assonnati, bolliti ognuno
nel suo cesso solitario -più o meno lindo.



è stato come pesce fresco nel ghiaccio
a bocconi ingordi fino a vomitare
le branchie sporche d’urbanismo morente

ed ho una vaga idea di ciò che sto dicendo
così come del modo che ti ho amato ed ora

rivelami tutte le bugie all’occhio delle 17.10
sgambetto a chi porta la bara, non preoccuparti
che era vuota: come un dolore restituito.






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